Sabato 1° Giugno, gli alunni della Scuola Primaria di Pisciotta hanno assistito a una lezione unica nel suo genere: una capatina a Marina di Pisciotta per ripercorrere fasi, aspetti e retroscena della nostra pesca locale.
A onor del vero, è il secondo anno consecutivo che i bambini si ritrovano a tu per tu col mare per carpirne segreti e valori, spesso passati in sordina. L’attività di stamattina, si inserisce nell’ambito di un ricco percorso sviluppato nel corso dell’intero anno scolastico, dedicato all’alimentazione, curato dai docenti: Anna Pesce, Responsabile della scuola primaria di Pisciotta, e Veneroso Gianluca, che hanno predisposto il Progetto dal titolo: “I colori a tavola”.
Hanno fornito un valido supporto anche le docenti Emanuela D’Agosto, Ruggiero Marianna ed Antonia Cappuccio, nonché l’educatrice Lucia Montuori e la collaboratrice Lucia Agresta.
Dopo una sosta-merenda, a base di pane casereccio, olio rigorosamente nostrano e tonno genuino, Miranda Coppola, in veste di insegnante, che ha collaborato alla realizzazione degli incontri di ampliamento dell’offerta formativa pomeridiana del suddetto progetto alimentare, nonché di "vox loci", ci ha illustrato cosa si cela "dietro" un comune vasetto di tonno, invitando i bambini ad apprezzare le produzioni alimentari che fioriscono sul territorio di appartenenza, ma a riflettere, d'altro canto, sull'impatto ambientale giocato da talune attività (la pesca dei tonni, tra queste) sugli equilibri biologici, indi, sulla salvaguardia dell' habitat marino.
In un secondo momento ci siamo spostati presso la sede del Circolo Nautico, dove il presidente dott. Pasquale Grimaldi, il maestro d'ascia Giovanni Cammarano e il pescatore Massimo Coppola hanno catturato il cuore e l'attenzione dei piccoli uditori convenuti.
Giovanni, con zelo e passione degni di chi fa di una professione un'impareggiabile cifra identitaria, ci ha coinvolti in un viaggio multisensoriale dai confini allettanti.
Un viaggio che fa luce sul primissimo step della vita marittima: la costruzione di una barca.
La struttura tipica del gozzo - come il nostro maestro d' ascia ha sapientemente illustrato - richiede una meticolosa selezione di materiali e tecniche. Oltre a tipologie di legno quali il gelso e l'olmo, il fasciame dei gozzi che solcano il Mare Nostrum richiede un'impalcatura (simile alle costole umane) in pino. La curvatura dei listelli scelti, a sua volta, comporta un surriscaldamento delle fibre centrali, spingendo l'acqua interna a defluire ai lati, in modo da creare questo singolare effetto arcuato senza artifici industriali.
A colpi di phon e tramite modellatura a mano, il prodigioso effetto ha preso vita e forma, in pochi minuti, sotto gli occhi rapiti dei bambini. Gli stessi, poi, hanno sperimentato - sotto la vigile supervisione di Cammarano - la levigatura del legno grezzo, respirando l’intensa fragranza resinosa che questo materiale emana.
Suoni, profumi, arnesi, gesti e riti preservati nel tempo ...: tutto come allora, quando la manovalanza - a braccetto col bisogno e nutrita dall'etica del sacrificio- generava opere immensamente uniche.
Usciti dalla sede del Circolo, nello spiazzale antistante, Massimo Coppola - uno dei 10/12 "menaicuoti" ancora attivo a Marina - ci ha (metaforicamente) catturati, brandendo una rete usata per la tanto decantata pesca delle alici di MENAICA, mostrandoci la caratteristica dimensione delle maglie con cui il pesce azzurro resta intrappolato e, più volte, privato della testa in modo da acquisire - madido del suo stesso sangue - un gusto speciale.
Alla stregua di un libro illustrato e denso di annotazioni e didascalie, quella rete ha sciorinato storie e narrazioni storiche, sociali, gastronomiche, biologiche: Massimo, coadiuvato da Alessandro Amendola (giovane testimone di una MARINITUDINE in fieri che conta sulla continuità generazionale),
ce ne ha illustrato i rammendi ricuciti a mano, mostrato la foratura dopo l'incursione inattesa di un delfino, definito le misure monumentali (dai galleggianti in superficie A' RIZZA arriva a oltre 10 metri di profondità), misure che un tempo era difficile eguagliare; ci ha evocato un'epoca non lontana in cui le reti erano in cotone e, dopo ogni immersione, imponevano un' asciugatura al sole che consorziava maschi e femmine in un' indistinta simbiosi di energie;
ci ha stregati col racconto dei calcoli astronomici che, a occhio e per esperienza, il pescatore effettuava (ed effettua tuttora) per calare la rete a favore di luce.
Ecco che - in meno di due ore - i nostri "pescatori di conoscenza" hanno tratto dagli alfabeti del loro stesso contesto le essenze migliori. Grazie a chi, ancora oggi, mantiene fermo - contro le maree della modernità - il timone della tradizione.
Gianluca Veneroso
Circolo Nautico Portosalvo "Girolamo Vitolo"
Marina di Pisciotta
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Le preiscrizioni sono aperte. Si prega di inviare un'immagine del modulo di iscrizione compilato a
palinuro@leganavale.it
indicando i nomi dei componenti dell'equipaggio.
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La tredicesima edizione della regata di vela latina Tra Torri ha visto la partecipazopne di
quidici imbarcazioni provenienti non solo dala Campania, ma anche da altre regioni.
Il tempo poco favorevole ha consentito di svolgere solo la prova di sabato 2 settembre,
quando si è avuto sole e un bel vento di scirocco intorno ai dieci nodi. Solo alla fine
della prova il cielo si è incupito per l'approssimarsi del temporale, che comunque ha lasciato il tempo agli equipaggi di gustare la tradizionale "fresella" innaffiata di buon
vino rosso. Domenica 3 settembre, invece, pur con un bel sole, il vento e il mare di libeccio
hanno impedito lo svolgimento dell seconda prova e la premiazione è stata anticipata
in mattinata.
Il Circolo Nautico Portosalvo "Girolamo Vitolo" rinrazia tutti i partecipanti ed in particolare la UISP (Unione Italiana Sport per tutti) ed il suo referente Mimmo Maiorino per
il contributo ed il lavoro svolto, determinanti per la buona riuscita della manifestazione.
Il libro di Luca Ribustini si propone di far luce su un misterioso episodio avvenuto nel 1955, in piena guerra fredda. Nel porto di Sebastopoli in mar Nero la corazzata russa Novorossijsk, che altro non era che la nostra Giulio Cesare ceduta all’Unione Sovietica in riparazione danni di guerra, affondò misteriosamente nella notte fra il 28 e il 29 ottobre 1955. Il mistero sulle cause del disastro non è stato svelato, ma si ipotizza l'azione di reduci della X Flottiglia MAS, che vollero vendicare in qualche modo il mancato riconoscimento da parte dei vincitori del valoroso e onorevole comportamento della nostra Marina pur nella sconfitta.
2004 - 2014 E' classica.
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Il Circuito Delle Sirene riparte a settembre con le regate di Pisciotta. poi, di seguito, due week end sportivi a Meta di Sorrento, con il Trofeo di S.Maria del Lauro, ed a Sorrento, dove si disputerà il leggendario Trofeo De Martino . Si ritorna nel Cilento dove Paolino Vitolo ci aspetta nella sua Palinuro a braccetto con Molpè, la leggendaria sirena di Palinuro. Ancora nel Cilento : SAPRI, con il trofeo della Spigolatrice ed infine, chiudiamo in penisola sorrentina , a Vico Equense, con il Trofeo delle Pleiadi. Vi aspettiamo !
Guglielmo Maraziti
Il corso si articola in quattro
fini settimana con inizio sabato 12 aprile 2014.
La scelta di svolgere il corso di sabato e domenica, e comunque
in giorni festivi, è dovuta al fatto che, pur essendo il corso
stesso aperto a tutti, ci si aspetta la partecipazione soprattutto di
giovani, che non possono essere ovviamente distolti dai loro obblighi scolastici e di studio....
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Per i venticinque anni del Circolo Nautico Portosalvo: 1988 - 2013
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Galleria fotografica I giornata 7 settembre 2013 (foto di Bruno Masula)
Galleria fotografica II giornata 8 settembre 2013 (foto di Bruno Masula)
Galleria fotografica 7 e 8 settembre 2013 (foto di Antonio Motta - su Facebook)
Il Circuito delle Sirene è ripartito alla grande, dopo la pausa estiva, che non ha cancellato dagli occhi la luce e le acque di Favignana, l'ultima regata di luglio, gemellata con il trofeo Lorenzo d'Amalfi.
Il rapporto di amicizia con gli armatori siciliani si sta facendo sempre più forte ed i desideri e le aspettative di crescita che ci accumunano fanno immaginare un roseo futuro per la vela latina italiana.
La sorniona Pisciotta, nei giorni 7 ed 8 settembre, ha ospitato due equipaggi siciliani: da Siracusa, i fratelli Ambrosio a bordo di Scilla, un bel gozzetto calabrese, e da Trapani, Tonino Sposito con il supersimpaticissimo Rosario, a bordo della lancia Rosio, fresca di restauro; i due equipaggi sono arrivati a Pisciotta con le loro famiglie, per visitare la nostra bella regione Campania, godendo dell'ospitalità degli amici pisciottani; per gli Ambrosio, l'avventura non finisce a Pisciotta, ma continuerà a Sorrento per partecipare al Trofeo De Martino, il 13/15 settembre; come dimenticare di ringraziare Benedetto Bianco e Stefano Menci che sono arrivati da Firenze con il loro bel Canapone.
I numeri? 16 imbarcazioni, 13 tra gozzetti, gozzi e barche e 3 lance, tra le quali Francesco, l'ultimo restauro di Giovanni Cammarano, che ha varato e vinto.
Ma nel nostro Circuito vincono tutti: vince la località che ospita la tappa, perché gli organizzatori hanno la possibilità di offrire generosa ospitalità, che in Campania e nel sud Italia è sempre un valore forte, che invita a ritornare ; vince l'orgoglio campano, che si rinnova in ogni tappa grazie alle antiche vestigia del nostro territorio, ai grandi personaggi del passato che ci hanno indicato la strada dove far correre pensieri, sviluppare le armonie del territorio, vivere bene; vince il primo arrivato in regata, che ha saputo meglio percorrere la strada indicata dai nostri avi, che con la vela latina ci vivevano ; vince l'ultimo arrivato perchè si è goduto uno spettacolo fantastico, costituito dalla flotta con le nostre care vele latine.
A Pisciotta ha vinto anche Antonio Motta, fotografo di gran classe, che ci ha gentilmente fatto aprire le sale del palazzo marchesale di Pisciotta, che ospita una mostra delle sue belle fotografie e ci ha permesso di ammirare il centro storico di questo paese, illuminato come i più bei presepi napoletani.
Ha vinto il Circolo Nautico Portosalvo, che ha saputo così ben organizzare la IX tappa del Trofeo delle Tre Torri, grazie anche alla grande professionalità del Comitato di Regata costituito da F.Cefalo, A.Sollai e F.Landi.
L’ultimo grazie, ma è il più importante e quindi non può essere l’ultimo, va alle nostre amiche e compagne di vita, che pazientemente ci sostengono e qualche volta ci sopportano.
Vi aspettiamo a Sorrento, per il Trofeo De Martino ed il Campionato del Mediterraneo (Aivel) (13/15 settembre)
Guglielmo Maraziti
Per i venticinque anni del Circolo Nautico Portosalvo: 1988 - 2013
Per i venticinque anni del Circolo Nautico Portosalvo: 1988 - 2013
“Mi ricordo di… “ è un libro di ricordi.
Questa affermazione, oltre che smaccatamente lapalissiana, è anche bugiarda. Sì, è vero, quando ci si accosta ad un libro con questo titolo, lo si fa con una certa aria di sufficienza, come se si fosse di fronte alle solite storie del passato, del tempo della gioventù, che tutti noi, superata una certa età, coltiviamo nel nostro cuore e affidiamo ad un cassetto o, per i più fortunati, alla stampa. E nascono poi quei libretti da distribuire agli amici e a quelli che in qualche modo hanno condiviso le nostre stesse esperienze e sono quindi in grado di apprezzarli.
L’opera di Antonio Piazza non è così: appartiene ad una categoria del tutto diversa e il lettore se ne accorge già dalle prime righe, anche se non è facile, almeno all’inizio, inquadrarla e classificarla.
Per prima cosa si nota che in “Mi ricordo di…” le cosiddette unità aristoteliche, di tempo di luogo e di azione, non sono assolutamente rispettate. Il lettore segue il racconto e improvvisamente viene trasportato in un tempo, in un luogo, in una dimensione diversa. E ne rimane stupito e affascinato, e non può più staccarsi dalla lettura.
Poi il tessuto dei racconti appare sempre originale e coinvolgente, perché spesso i protagonisti non sono nemmeno le persone che si vogliono ricordare, ma piuttosto luoghi, oggetti inanimati o animali che identificano e trasfigurano a un tempo l’ambiente in cui si svolge la trama del ricordo. Valga per tutti come esempio quello dei “due fratelli”, protagonisti del primo episodio, personaggi fuori del tempo e dai ritmi della vita comune, che solo verso la fine del racconto sono riconosciuti come due scogli gemelli, un tempo ornamento della Marina di Pisciotta, oggi cancellati e sacrificati sull’altare del progresso. O ancora le storie fiabesche in cui i protagonisti non sono le ombre ed i fantasmi che popolano i luoghi, ma i luoghi stessi, che assistono imperturbabili da secoli al rinnovarsi di antiche storie di amore disperato o ai trascorsi bucolici incontri di un pastore con la sua pastorella.
E, passato il primo momento di sorpresa, il lettore si abitua al suntuoso sapore del vino del racconto, come quello che soggiogò il barbaro Odoacre, abituato alla birra della Selva Nera, che si incontrò con Romolo Augustolo, non sappiamo più se mille e cinquecento o solo cinquant’anni fa.
Ma basta! Mi rendo conto che è meglio che mi fermi: non voglio rovinare al lettore il gusto della scoperta di questo libro.
Una sola cosa vorrei però aggiungere. Come ho detto all’inizio, credevo che “Mi ricordo di…” fosse un libro di ricordi, poi, proseguendo nella lettura, ho pensato di essermi imbattuto in una fiaba o in un racconto mitico o in una storia fantastica.
Alla fine ho capito: questa è un’opera di poesia.
Paolino Vitolo
Per i venticinque anni del Circolo Nautico Portosalvo: 1988 - 2013
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«…Orbene io ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca che sole sono da
pensare: l'una che "è" e che non è possibile che non sia, e questo è il sentiero della Persuasione (infatti
segue la Verità);
l'altra che "non è" e che è necessario che non sia, e io ti dico che questo è un sentiero del tutto
inaccessibile: infatti non potresti avere cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti
esprimerlo.
…Infatti lo stesso è pensare ed essere. »
("un pensierino " di Parmenide, nato e vissuto ad Elea tra il 515 e 450 a.C.)
Casalvelino 14 luglio 2013: E'!
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Nel numero 84 della rivista politica e culturale "IL CERCHIO", edita a Napoli da Giulio Rolando, è stato recensito l'opuscolo del
convegno "La battaglia di Capo Matapan. Una tragedia umana" tenutosi presso il nostro Circolo il giorno 11 agosto 2012.
Facendo clic sulle immagini qui sotto, è possibile scaricare la copertina de IL CERCHIO n.84 e la pagina relativa al convegno.
Per visitare il sito web de IL CERCHIO, fare clic sul seguente link: www.cerchionapoli.it
Nel giorno della fine del mondo dei Maya, il 21 dicembre 2012, il Circolo Nautico Portosalvo di Pisciotta dà una grande prova di ottimismo. Nel cantiere di Giovanni Cammarano, mastro d'ascia socio del Circolo, alla cui maestria si deve il recupero di innumerevoli imbarcazioni, si taglia la chiglia in azobé del gozzo a vela latina "Don Giovanni".
Segno evidente che il mondo non è finito (e di questo ci siamo già accorti) e non finirà, ma grazie al lavoro e all'entusiasmo
di qualcuno, diventerà sempre più bello. Alla faccia della crisi.
Alla cerimonia erano presenti Giovanni, Giuseppe, Eugenio, Dino e Paolino.
Clic su una foto per ingrandirla
Il Mito delle Sirene sembra sia comune a tutti i popoli del Mediterraneo, ma è di nostra esclusiva competenza, perché è incontrovertibile che le "allegre signorine" avessero casa in territorio di Massalubrense e precisamente nella località chiamata Deserto. Di notte occupavano quindi il loro nido, ma al sorgere del sole, con pochi battiti d'ali, esploravoano i golfi di Napoli e Salerno... qualcuna si spingeva anche nel sud Tirreno ed, avvistate le eventuali agognate prede, gorgheggiando, aspettavano gli incauti e malcapitati naviganti. Infatti accadde così anche quando avvistarono la nave di Odisseo, ma, quando quest'ultimo ed i suoi compagni ebbero superato indenni gli scogli delle Sirene - gli isolotti de Li Galli nella parte nord drl gilfo di Salerno - le Sirene, figure mitologiche con corpo di donna-uccello, si gettarono in mare per la disperazione, perché non erano riuscite a prendere l'eroe omerico ed annegharono. I loro corpi, trasportati dalla corrente, si dissolsero al contatto con il suolo, ma i popoli rifierasci le onoraronoerigendo un cenotafio.
Gli studiosi di mitologia individuano tre Sirene e cioè Partenope, Leucosia e Ligea; Partenope, manco a dirlo, fu onorata e venerata a Napoli, Leucosia a punta Licosa e Ligea in Calabria nei pressi di Nocera Terinese o comunque nella zona del golfo di Lamezia. Questi luoghi quindi divennero i siti ufficiali del culto delle Sirene e, per i motivi che dopo vedremo, erano tutti caratterizati da comuni caratteristiche topomorfiche e cioè un'altura, un isolotto o grosso scoglio a mare ed un fiume.
Tali carrateristiche comuni indicavano che in quei luoghi erano insediati i primi agglomerati umani, perché l'altura era adatta all difesa, mentre lo scoglio serviva per l'approdo delle navi e il fiume era la fonte di rifornimento d'acqua e la via per l'interno. Erano insediamenti antichi e subivano ancora l'immanenza e l'influenza del mito.
Il pensiero parmenideo non si era ancora sviluppatoe quindi la maitologia ancora non aveva dato spazio alla filosofia, cosicché queste aggregazioni umane subirono il fascino della drammatica fine delle sirene, dai corpi evanescenti ed effimeri, ed eressero ad esse cenotafi che, ancorché vuoti, costituirono oggetto di culto.
Sul mito selle sirene gli scrittori hanno versato fiumi di inchiostro, perché con il loro mito le figlie di Acheloo (dai molti aspetti - ingannatore), fiume greco, costiutiscono il segnale di inizio del pensiero umano (la necessità di esercitare un culto per una divinità, sia pure in un vuoto cenotafio).
Oltre Partenope, Leucosia e Ligeia, qualche studioso tedesco individua una quarta sirean, Molpe, che in greco antico è scritta con la eta e la iota sottoscritta e cioè .
La iota veniva inserita sotto la eta, cosicché, a detta degli studiosi, si sarebbe letta con un suono intermedio fra la e e la i. Naturalmente Molpe o Molfe si collocherebbe lì dove c'è la collina della Molpa di Palinuro fra il fiume Lambro e il fiume Mingardo.
Questo insediamento pre-greco di Molpa e poi greco unito alla leggenda di Camerota, località ai confini della Molpa, era sicuramente un insediamento pelasgico e probabilmente un emporio della costa, in epoca storica poi conquistato da Sibari, , cosicché corrisponderebbe all'ipotesi di un'origine mitologica aderente al mito delle Sirene. Fatto sta che Molpa è indicata come semidivinità (tali erano le sirene e le ninfe dei fiumi e dei mari).
Il sito di Molpa rimase abitato fino al VI secolo d.C., quando venne distrutto durante la guerra gotico-bizantina.
Gli abitanti fuggirono, in parte nell'entroterra ed in parte per mare, ed è opinabile che quelli fuggiti per mare andssero a insedirsi in quel cul de sac del golfo di Slerno, dando vita ad Amalfi.
Gli indizi che lasciano supporre che le cose siano andate così, come ritiene anche Matteo Camera, insigne studiosa amalfitano di storia patria, risiedono nel nome Molpe, o Molfe, con l'aggiunta di quella a iniziale, che molto spesso in greco diventa derivativa. Un secondo indizio scaturisce dall'oleografia che identifica da sempre, anche in monumenti amalfitani antichissimi, Amalfi come una sirena.
Questa ricostruzione della nascita di Amalfi è la più attendibile, essendo assolutamente da escludere che abitanti di Melfi si fossero mossi dalla montagnosa Lucania per fondsre Amalfi sul mare.
C'è di più: poiché si è anche ipotizzato che Pisciotta, a poche leghe da Molpa, fosse stata fondata da molpesi in fuga da Molpa distruttarisulterebbe così una comune progenitura tra Pisciotta e Amalfi. L'ipotesi è anche supportata dal fatto che a Pisciotta esiste nella toponomastica del paese ab immemorabilia una strada detta Vicolo di Praiano, che, com'è noto, è un ridente paesino pochissimo distante da Amalfi e quindi dominio di quella città.
Se a ciò si aggiunge che nel vicolo di Praiano esistono i resti della prima chiesa di Pisciotta, la fantasia può sbizzarrirsi nel cercare storie e leggende che legano questa parte del cosiddetto Cilento (ma il Cilento è altro) alla costiera amalfitana e sorrentina, con la quale sono documentati traffici marittimi del XIII e XIV secolo.
Le Sirene, simbolicamente, nella società matriarcale greca rappresentavano un "pericolo generico fisso" da far evitare in maniera assoluta ai mariti. Le allegra fanciulle prosperavano fintantoché gli uomini le foraggiavano. Odisseo, "lo qual dovea Penelope far lieta", e che ancora oggi molti individuano come modello negativo, rappresenta invece, pur con tutte le sue digressioni - Circe e Calipso - mandategli sulla strada dagli dei, un esempio di marito fedele. Oggi dei non ce ne sono più, ma le sirene invece sono diventate numerosissime; l'avviso ai naviganti quindi è d'obbligo: attenzione alle sirene nel corso della regata. Le donne di oggi non tessono e sfilano la tela, nell'attesa che il loro Odisseo "le faccia liete"; esse hanno letto Lorenzo de' Medici: "Chi vuol essere lieto sia, del doman non v'è certezza!"
Riscoprire ulteriormente le barche a vela latina, cioè quelle imbarcazioni che utilizzano, come in passato, un armamento, tra i più antichi del Mediterraneo, costituito da un albero in legno, alla cui estremità alta è fissata, grazie ad un sistema di carrucole e ad un'asta di legno detta antenna, una vela triangolare, detta appunto «latina»...
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Sabato 11 agosto 2012, alle ore 18, si terrà presso il nostro Circolo a Marina di Pisciotta il convegno "La battaglia di capo Matapan - Una tragedia umana".
Durante la seconda guerra mondiale, tra il 28 ed il 29 marzo 1941 nelle acque a sud del Peloponneso, fra l'isolotto di Gaudo e Capo Matapan, tra una squadra navale della Regia Marina italiana sotto il comando dell'ammiraglio di squadra Angelo Iachino, e la Mediterranean Fleet britannica (comprendente anche alcune unità australiane) dell'ammiraglio Andrew Cunningham fu combattuta la famosa battaglia di capo Matapan.
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Scarica l'opuscolo del convegno in formato PDF
Dopo la prima felice esperienza del dicembre 2010, il Circolo Nautico Portosalvo "Girolamo Vitolo" di Marina di Pisciotta
organizza la seconda edizione del Corso di Vela Latina.
Il successo della prima edizione sperimentale ha consigliato
l'ampliamento del programma, che si articolerà in ben quattro
fini settimana dalla metà di marzo fino a Pasqua 2012.
La scelta di svolgere il corso di sabato e domenica, e comunque
in giorni festivi, è dovuta al fatto che, pur essendo il corso
stesso aperto a tutti, ci si aspetta la partecipazione soprattutto di
giovani, che non possono essere ovviamente distolti dai loro obblighi scolastici e di studio....
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I giovani no, ma chi, come me, ha passato il mezzo secolo serba certamente il ricordo di tante cose
irrimediabilmente scomparse. Non avevo ancora cinque anni e vivevo a Napoli, a Mergellina per l'esattezza, dove del resto ero nato, e,
quando mi svegliavo al mattino, sentivo nell'aria il profumo del mare. Nel vicolo sotto casa si sentiva ogni tanto il rumore rotolante
di un carretto di fruttivendolo, trainato da un asino con gli zoccoli ferrati che scoppiettavano sul basolato di lava vulcanica. Non
c'era né l'odore né il frastuono del traffico: al massimo si poteva sentire il gemito delle ruote di un tram che affrontava la stretta
curva di piazza Sannazaro o il lontano malinconico canto di un pianino. Poi mammina mi portava al mare, sugli scogli all'inizio di
Posillipo e là, dopo aver fatto il bagno, aspettavo che arrivassero i "barconi"...
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Come è ormai consolidata tradizione, nella prima fine settimana di settembre, si è svolta nelle acque di Marina di Pisciotta, sulla costiera cilentana, la settima edizione della Regata delle Tre Torri, riservata alle imbarcazioni a vela latina, organizzata dal Circolo Nautico Portosalvo “Girolamo Vitolo” di Marina di Pisciotta. L’evento, inserito nel circuito delle analoghe manifestazioni che si svolgono in tutto il Mediterraneo, rinnova ed esalta le tradizioni marinaresche del “Mare nostrum”.
Introdotta dagli arabi circa mille anni fa, la vela latina costituì una grande innovazione tecnologica, perché, a differenza delle antiche navi greche e romane che usavano delle vele quadre, permise, grazie alla sua forma triangolare, di navigare contro vento (o, come si dice in termini marinareschi, di risalire il vento). Non più usata come strumento di lavoro, la vela latina è diventata uno strumento di cultura e di tradizione.
La settima edizione della Regata delle Tre Torri ha visto la partecipazione di quattordici barche, provenienti da porti del Cilento e della Campania. La manifestazione si è articolata su due prove, la prima sabato 3 e la seconda domenica 4 settembre. In occasione della prima prova il vento di scirocco molto debole o addirittura assente ha costretto al ritiro ben dieci imbarcazioni, mentre invece la domenica lo scirocco ha soffiato anche a quindici nodi, regalando agli equipaggi l’emozione di una gara combattuta e veloce.
La classifica assoluta delle due giornata ha visto la vittoria della barca “Santarosa” del Circolo “Vela a tarchia” di Sorrento, brillantemente condotta dal comandante Giancarlo Antonetti e dal suo equipaggio.
La manifestazione si è conclusa nel pomeriggio di domenica, con la premiazione di tutte le imbarcazioni, ai cui armatori è stato offerto un piatto ricordo. I primi arrivati nelle quattro categorie barche, gozzi, lance e dinghy sono stati inoltre premiati con una targa. Al termine della premiazione gli equipaggi si sono congedati con la promessa di ritrovarsi tra un anno all’ottava edizione della Regata delle Tre Torri.
Il Circolo Nautico Sapri ha organizzato la prima edizione della Regata per Vele Latine, che si è svolta sabato 27 agosto 2011 alle ore 12, su classico percorso a bastone nelle acque del golfo di Sapri. La regata ha visto tra l'altro una folta partecipazione
di barche del Circolo Nautico Portosalvo di Pisciotta, trasferite via mare due giorni prima dell'evento.
Pur essendo alla prima esperienza, il Circolo Nautico Sapri è stato impeccabile nell'organizzazione dell'evento. Basti dire che è stato persino messo a disposizione un peschereccio per il pubblico che desiderasse assistere alla regata da vicino.
Concerto di MUSICA SOTTO LE STELLE, con il chitarrista Vincenzo Frappola e la soprana Maria Sirignano.
Lorella Starita, storica dell'arte, ha parlato de
L'avv. Nello Tambasco presenta il libro di Massimo Alfano "La marina sabaudo-sarda - Dal Conte Rosso all'unità d'Italia"
L'autore sarà presente ed illustrerà la sua opera.
Il Circolo Nautico Portosalvo "Girolamo Vitolo" di Marina di Pisciotta organizza in collaborazione con la Scuola di Bridge "New Bridge Salerno" tre tornei di bridge nei giorni 8 9 e 10 luglio 2011.
Il Circolo Nautico Portosalvo "Girolamo Vitolo" di Marina di Pisciotta organizza insieme con l'Armata del Mare (Forze di Polizia), nel giorno di sabato 18 giugno 2011 alle ore 17, un
Il Circolo Nautico Portosalvo "Girolamo Vitolo" di Marina di Pisciotta organizza insieme con l'Associazione "Dal mare ai monti" di Salerno, l'Associazione "La Vela" di Salerno e l'Associazione "Vela a Tarchia" di Sorrento, nei giorni di venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 dicembre 2010, un corso di istruzione sull'argomento:
Elementi di vela latina e armi tradizionali.
Il corso prevede sia sessioni didattiche in aula, sia percorsi pratici su apposite imbarcazioni nello specchio di mare antistante al porto di Marina di Pisciotta.
Dal 7 al 14 agosto 2010 dalle ore 21,00 alle ore 24,00 espone presso i locali del Circolo Nautico.
Nel periodo Natale 2009 - capodanno 2010, i locali del circolo hanno ospitato una mostra di presepi.
Scegli quali presepi vuoi visitare:
Presepe napoletano
Presepi nel mondo